Festeggiato il 75 anniversario della Comunità degli Italiani di Buie
21.11.2022.Una cronistoria ed esibizioni artistiche difronte a numerose autorità
Sabato sera ha avuto luogo il 75° anniversario della CI Buie, iniziato con il “Va’ pensiero”, eseguito dal Coro e dalla Banda d’ottoni della Comunità degli italiani di Buie, che è simbolicamente l’inno degli istriani che hanno dovuto lasciare la propria terra e rappresenta un legame unico a livello culturale, sociale, storico e religioso per gli esuli istriani, fiumani e dalmati, ma è anche un’espressione d’amore per le proprie radici e la propria “casa”, la propria famiglia, per noi che siamo rimasti ad accudire le nostre tradizioni e a creare il nostro futuro.
"Ed è questo che vedrete stasera! Una carrellata di tradizione e giovani desiderosi di far parte di una comunità viva, che vive appieno il proprio territorio nel rispetto delle altrui culture, lingue, religioni...perché sappiamo di essere tutti uguali. Tutti persone che abitano questo meraviglioso pianeta. Oggi, siamo una Comunità viva che conta un migliaio di associati e accoglie molti ragazzi e bambini che frequentano la Banda, le Piccole pesti, i gruppi creativi, danzano e sognano tra le nostre mura...e si fanno sentire anche al di fuori, partecipando a incontri, Festival e sguazzando con gli strumenti nelle piscine di Istralandia. E la nostra storia vogliamo farvela conoscere partendo dalle mura, dalla nostra casa, dall’edificio in cui ci trasferiremo a fine serata per un incontro conviviale", hanno rilevato i presentatori Rosanna Bubola e Daniele Kovačić.
Nonostante il Circolo abbia sempre svolto le sue attività nell’edificio, la sede è in possesso della Comunità dal 1994, anno in cui il Comune di Buie ne cede la proprietà. Ristrutturata nel 2007 vede come novità all'inaugurazione del 2008 la porta principale che si affaccia su Piassa Lama e non più sul retro, dove un tempo c’era il vecchio forno. La Comunità viene fondata nel 1973, prima infatti esisteva un Circolo: il Circolo di Cultura Popolare Italiana, fondato nel 1947, operante come sezione del CCPI di Capodistria, che a sua volta era collegato al CCPI di Trieste, il quale copriva tutto il Territorio Libero di Trieste. Il primo presidente a prendere le redini della Comunità fu Antonio Gorjan, mentre Nazario Agarinis ricopriva il ruolo di segretario. Sono susseguiti i presidenti Pietro Potleca, Pietro D'ambrosi, Romano Bonetti, Franco Kucich, Ernesto Krevatin, Franca Cimador Papich, Antonio Furlan, Adriana Vascotto, Lucia Moratto Ugussi, Corrado Dussich, Lionella Pausin Acquavita, Adriana Antonini, Norma Acquavita, Eliana Barbo, Franco Bonetti e Lena Korenika attuale presidente.
Il primo statuto venne registrato il 30 novembre del 1947, anni in cui l’incertezza se restare o partire divideva le nostre genti, ma allo stesso tempo rinsaldava i rapporti tra persone che forse non si sarebbero viste più. Ma il tempo passa, le situazioni evolvono, i nomi mutano e nel 1951 nasce a Buie il Circolo Italiano di Cultura “Francesco Papo”, lo stesso che nel 1955 entra a far parte dell’Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume, antesignana dell’odierna Unione Italiana. La Comunità degli Italiani di Buie, così come la conosciamo oggi, viene fondata nel 1973 ma molti gruppi che svolgono attività in essa ne precedono la fondazione.
Il coro ad esempio fonda le sue radici nella tradizione corale popolare buiese, che risale alla seconda metà dell’800 e vede impegnati a fine secolo ben due cori maschili, il “coro dei bianchi” e il “coro dei neri”, il primo diretto dal Maestro Luigi Cortelazzo di Capodistria. Nel 1920 venne poi costituito il coro maschile “Giuseppe Verdi”, che operò per vent’anni, lo stesso coro che in seguito prenderà il nome di Coro della Comunità degli italiani e cambierà vari direttori fino ad arrivare al 1996, quando arriva a Buie il maestro Maurizio Lo Pinto, che ritroviamo ancora oggi a dirigere i coristi.
Ma si sono formati anche altri gruppi vocali all’interno della Comunità, come i Forever, gruppo attivo dal 2007 al 2015, che ha avuto l’obiettivo di rilanciare e far riascoltare le canzoni immortali degli anni ‘60 e ‘70.
La banda, un altro fiore all’occhiello della nostra Comunità. E i complessi bandistici a Buie li troviamo dai primi del ‘900 ma la Banda della CI è nata grazie al maestro Pino Vok nel 1989 come Banda d’ottoni della Scuola elementare italiana di Buie e passata poi sotto l’ala della Comunità degli italiani. Dopo il ritiro del maestro Pino Vok si sono susseguiti i maestri Alessandro Reschnitz, Roberto Tropea e Giuseppe Minin, ma la svolta arriva nel 2006 quando arriva il Maestro Corrado Moratto che trascina con entusiasmo i suoi ragazzi, e allora la banda cambia, cresce, ritrova vitalità, energia e va a formarsi così come la conosciamo oggi. Come secondo maestro oggi vi è la giovane Dionea Sirotić. Il suo successo più grande non sta in concerti e uscite ma nella formazione della Banda giovanile diretta da Chiara Bonetti, e negli allievi, ben 25 bambini e ragazzini che hanno voglia di fare musica tutti insieme e hanno trovato nella Banda non solo un modo per imparare uno strumento, ma un luogo sano di crescita, perché, come dice il Maestro Moratto: “Tutti aiutano, tutti studiano sempre e ancora, tutti si impegnano a trasmettere ciò che sanno a coloro che sanno un po' meno”.
La sezione dei minicantanti invece nasce negli anni ‘60, e a dirigerla c’è una giovane insegnante fiumana che insegna musica nella locale scuola elementare e trasmette l’amore per il canto a grandi e piccini lei si chiama Milada Squarcia. Dall’80 all‘82 a capo dei minicantanti si alternano Sergio Bernich e Dolores Barnaba, dopodiché guida il gruppo per un ventennio la giovane e dinamica educatrice Fulvia Crevatin. Dal 2002 al 2014 il timone ripassa all’insegnante Dolores Barnaba, istruttrice instancabile di solisti e coretto, che lascia la direzione alla maestra Arlene Kauzlarić, e dal 2015 in poi il gruppo passa sotto la direzione della giovanissima Chiara Bonetti che li segue tutt’ora.
Erede di una tradizione molto solida, l’attività teatrale dilettantistica della CI di Buie, nasce insieme al sodalizio in quanto subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i giovani iniziano a presentare al pubblico piccole messinscena di carattere politico, folkloristico e umoristico. Nel 1950 arriva l’anno della svolta. Nereo Scaglia, attore del Dramma Italiano, mette in scena “La cavalleria rusticana”. E sull’onda di quello e dei successi che seguono, grazie all’ondata di entusiasmo e desiderio di calcare le scene nel ‘53 nasce il “Piccolo teatro di prosa”, che porta a termine due anni di spettacoli con attori del calibro di Angelo Benetelli e lo stesso Nereo Scaglia, affermati già al Dramma Italiano. Con questo nuovo nome, un regista di prosa quale Aldo Bressan alla guida e un repertorio stagionale comprendente anche lavori di maggior valore artistico, il complesso affronta pubblico e critica nel luglio del 1953. E avvalendosi di fondi destinati alla cultura che gli permettono di usufruire dei truccatori, sceneggiatori e costumisti del Teatro di Fiume non può che fare il botto. Dopo un periodo silenzio, Claudio Ugussi riprende l’attività nel ‘66, scegliendo di valorizzare autori buiesi come Luigia Vascotto e le sue commedie brillanti, messe in scena negli anni ‘90 anche da Maria Braico Stifanich, attrice del Dramma Italiano con la quale la Comunità inizia a collaborare. A guidare e far crescere giovani attori è poi Lionella Pausin Acquavita che guida i piccoli filodrammatici in avventure nostrane, quali le Maldobrie o in fiabe come Il soldatino di piombo. Allo stesso tempo, Dolores Barnaba dirige gli adulti in sketch e commedie ironiche tratte dalla tradizione e trasportate nel presente che fanno sbellicare il pubblico dalle risate. Poi, per un breve periodo la guida è passata a Rosanna Bubola ed ora è Aldo Antonini ad occuparsi degli attori e a curare la regia degli spettacoli messi in scena dalla Filodrammatica.
Il primo gruppo di danza moderna si forma nell'ultimo decennio degli anni ‘90 sotto la direzione del coreografo e maestro Boris Palaković e continua ad operare fino al 2006. Nel corso degli anni, tenendo conto della differenza di età degli attivisti, i gruppi diventano 3, ciascuno con una quindicina di ballerini, e partecipano regolarmente alle gare di danza a Pisino conquistando ogni anno uno dei tre primi posti. Si esibiscono nelle Comunità degli italiani dell'Istria e vengono ospitati varie volte anche in Slovenia. I balli sono di generi diversi e vanno da “Speedy Gonzales”, prima coreografia eseguita dal gruppo, al can-can, paso-doble, mambo, cha-cha-cha, charleston fino ai Carmina Burana. Dopo il maestro Palaković, l’attività è continuata con Morena Franceschini, ballerina di danza moderna, nostra concittadina e attivista della CI che ha guidato il gruppo fino al 2016.
E da quasi 25 anni a carnevale la Comunità diventa un vero e proprio laboratorio di scenografia e allestisce i carri allegorici presentando i temi più disparati! Dalle fiabe ai romani, passando per Mary Poppins e suoi spazzacamini, ogni anno il gruppo carnascialesco porta in strada l’allegria dei coriandoli e il profumo dei crostoli.
La CI vanta pure una vera e propria sartoria guidata da Giovanna, Ljubica e Nela, che assieme ad altre signore, e perché no, anche a giovani che vogliono imparare, parte dal disegno, crea il modello e con arte realizza piccoli capolavori di stoffa. Ed è proprio lì, che tra una chiacchierata e un punto croce, un ricordo e qualche cognome, qualche aneddoto e le tradizioni delle famiglie buiesi è iniziata a prender forma l’idea della mostra etnografica “El baul dei ricordi” che, dopo aver raccolto il materiale e progettato come disporre gli abiti ma anche i mobili, le suppellettili nello spazio della Sala storica della Comunità, viene inaugurata nel settembre 2020. La mostra è un successo, rappresenta tasselli delle vite delle nostre famiglie e per non dimenticarci di esse si è deciso di pubblicare un catalogo che viene presentato nel 2021 e non si ferma a Buie, ma viaggia in tutta l’Istria e oltre. Per l'occasione è stata proposta una sfilata che ha portato i presenti al tempo dei nostri nonni e bisnonni.
In sala numerose autorità quali Emilio Fatovic, presidente dell’Università Popolare di Trieste, Marin Corva, presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, Davide Bradanini, Console generale d’Italia a Fiume, Fabrizio Vižintin, sindaco della Città Buie, Corrado Dussich, vicesindaco CNI di Buie, Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione Istriana, Furio Radin, vicepresidente del Parlamento croato e deputato italiano al Sabor, Roberto Menia, Senatore della Repubblica Italiana, Fabrizio Somma, Segretario generale dell'UPT, Giuseppina Rajko, viceconsole onorario a Buie, Vladimir Torbica, Assessore alla cultura regionale, Lorella Limoncin Toth, soprintendente ai beni culturali per la Regione istriana e numerosi presidenti di altre CI e presidi delle istituzioni scolastiche locali.
Nella parte artistica è ritornato il Coro della Comunità che ricorda come la nostra non è solo una zona ricca di cultura ma anche una zona di sapori, dolci e aspri, sapori antichi, profumi che arrivano dal “ribollir dei tini” e che la verità sta proprio lì, nell’allegria di un bicchiere di vino con la canzone “In vino veritas”. E i futuri coristi o solisti sono i giovani minicantanti di oggi, proiettati verso il futuro ma con un occhio di riguardo per la tradizione che viene loro tramandata. E allora insieme al Coro, hanno cantano un pezzo di Jimmy Fontana, Franco Migliacci, Carlo Pes e Italo Greco, resa famosa dai “Ricchi e poveri”, la conosciutissima, Che sarà. Un riconoscimento è stato conferito a Lucio Celega, Giovanni Crevatin e Antonio Moratto quali membri più anziani del coro per la loro passione e per l’attività svolta con amore in tutti questi anni.
Quando parliamo della Biblioteca della Comunità di Buie è d’obbligo fare un nome: Vlada Acquavita. A lei, buiese, poetessa, fine ricercatrice e “ricamatrice di parole” è infatti dedicata la Biblioteca. Un sala aperta a tutti gli amanti della lettura e della letteratura che vanta una collezione di circa 3000 volumi, resa possibile grazie alle borse libro in dotazione dall’UI e UPT e da donazioni di soci, simpatizzanti e attivisti. Rinnovata e modernizzata quest’anno, nel 2022, grazie alla nuova bibliotecaria Martina Dussich, offre oggi ai soci e non, la possibilità di usufruire di un pc e dei servizi di rete. La Comunità ha una lunga tradizione ed esperienza nel campo della ricerca. Negli anni infatti, qui si sono incontrati diversi ricercatori e studiosi di Buie e del suo territorio e la Sezione Ricerca ha pubblicato diversi volumi che trattano temi quali lo sviluppo delle istituzioni, come la nostra scuola elementare, per passare ad argomenti sociali, come la raccolta di conte e filastrocche, o quella sui toponimi, cognomi e soprannomi, nonché la salvaguardia delle epigrafi tombali del cimitero storico di San Martino avvenuta grazie a un lavoro prezioso di Lucia Moratto Ugussi. Una delle pubblicazioni più rilevanti è il volume “Buie-Venezia 1412-1797”, ossia gli atti della tavola rotonda in occasione dei 600 anni di dedizione alla Serenissima Repubblica di Venezia, presentato nel 2012 in occasione del 65° anniversario della CI. L’ultima fatica della sezione di ricerca è il piccolo museo permanente di reperti archeologici, inaugurato presso la Comunità durante i festeggiamenti del suo 70° anniversario. Sono reperti archeologici rinvenuti in superficie tra la fine degli anni ‘90 e la metà degli anni 2000, raccolti da Lucia Moratto Ugussi sul nostro territorio.

